"Il collage è una forma di paradiso"
H. Matisse
"Il collage è una forma di paradiso"
H. Matisse
Eventi e foto
Serata in Rosa
31 luglio 2020
Serata benefica in collaborazione con SHG Hotel presso Villa Carlotta a Belgirate
Aperitivo con l’artista
1 febbraio 2020
Borgomanero
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Oltre a condividere la passione per il vino, abbiamo deciso di condividere anche la passione per l’arte.
JacoVino diventerà anche uno spazio espositivo libero a tutti.
La prima artista che avremo il piacere di ospitare è Marina Tappa.
Sabato 1 Febbraio, dalle 18 alle 21, ci sarà l’inaugurazione dell’esposizione con un aperitivo dove sarà presente anche Marina per dare informazioni sulle sue opere e la sua tecnica artistica molto particolare.
L’esplosione rimarrà per due mesi, per poi dare spazio ad altri artisti.
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Mostra "Serendipity"
La seduzione del destino
11 giugno 2016 - 9 luglio 2016
organizzata dall'Associazione Culturale Borgo Arte
Corso Mazzini 51 - Borgomanero
Esposizione dell'Officina di Idee Femminile
Inaugurazione dell'Officina di Idee Femminile Singolare in Via Tornielli a Borgomanero.
24 marzo 2019
Esposizione nella Galleria Borgoarte con "Poesia di oggetti
Esposizione nella Galleria Borgoarte
Carta & Carta
9 - 10 - 11 settembre 2011
Carpignano Sesia
via Castello 4
Décopage su oggetti e mobili
Sui binari della fantasia
16 settebre 2003
Legro fraz. di Orta San Giulio
per Borgoarte
Collettiva: Maria Iris Aruna (Mia) & Marina Tappa
Qualche tempo fa, leggendo gli scritti dello scrittore Fausto Melotti, sono rimasta paricolarmete col'ita da una frase che, ora, guardando i lavori di Mia e di Marina Tappa, mi è ritornata in mente: "un creatore pensa di divertirsi sul proprio lavoro, e ogni volta ci lascia un lembo della propria pelle". Ed effettivamente è così: ognuna a proprio modo e ciascuna con i propri mezzi, anche Mia e Marina, dietro a quell'apparente facilità d'esecuzione e a quell'incantevole armonia cromatica e formale, hanno lasciato in queste opere tracce della loro esistenza, frammenti importanti di sé, vi hanno racchiuso pensieri e sensazioni, ricordi ed emozioni, l'una (Marina) attraverso i simboli, l'altra (Mia) attraverso il colore e la materia.
Due mondi, i loro, completamente diversi, due forme d'arte praticamente agli antipodi, tuttavia, come a volte avviene, anche gli opposti s'incontrano. Il loro terreno comune è la memoria, vero mistero e inesauribile fonte dell'esistenza. Una memoria che per Marina confina con il misticismo, con l'alchimia; che si alimenta di sogni (che a tratti divengono persino incubi), di ricordi affastellati senza ordine e senza regole, di ritagli sconnessi e quasi surreali, il tutto stipato in quello scrigno che è l'opera d'arte (sia essa delimitata dalla cornice di un quadro o dai montanti di una finestra). Sciantose d'altri tempi, dame del Settecento, madonne antiche e musiciste contemporanee si mescolano a fiori, a simboli religiosi e a rimandi esoterici in un carosello di apparizioni, in una girandola di sensazioni, di profumi e di musiche ancestrali.
Lorella Giudici
Per Mia, invece, il mistero è nella pittura, in quella pasta che ha imparato a domane, in quei colori che vela in trasparenze o stratifica in sovrapposizioni ricche di fascino e di magia, in quelle pennellate che a tratti raddensa in consistenti depositi e a tratti dilava in liquide pozze. Dipingere per lei sigifica emozionarsi ed emozionare, osservare e approfondire. Dipingere significa saper catturare l'enigma dell'esistenza, sia che esso si concentri nei petali di un fiore, sia che si nasconda nella sostanza delle cose, tra le crepe di un muro o nel legno di una sedia. Le sue non sono nature "morte" ma "vive" (secondo l'accezione inglese, Still life): gli oggetti, le persiane di quelle finestre, i corpi di quelle colombe fremono al contatto con l'aria, vibrano sotto i colpi del pennello, parlano al mondo, raccontano la loro storia. Eppure, ciò che le tiene in vita non è il respiro che scambiano con l'universo, ma quella sottile inquietudine che subdolamente (e senza tregua) minaccia e contorce anche il più piccolo atomo della materia; quel malessere che s'insinua nello spirito (più che nella carne) e che, per assurdo, ha proprio nella vita stessa il suo unico nutrimento.
Lorella Giudici
Due dei dipinti di Mia
Natale a Villa San Francesco
6 dicembre 2003 - 6 gennaio 2004
Legro di Orta San Giulio
La mostra di pittura promossa da BorgoArte in collaborazione con l'Associazione 999, dal comune di Orta, dalla Pro Loco, permetterà di ammirare la recente produzione di sei interessanti artisti.
La materia colorata scivola dal pennello, per depositarsi sulla tela descrivendo una realtà stratificata che di "morta" ha solo la definizione. L'opera di Mia Arluna restituisce alla vita oggetti solo apparentemente inanimati attraverso l'impetuoso uso del colore e della materia di cui è comporta.
Geometrie spaziali che piegano gli orizzonti attraverso la manipolazione di una introspezione profonda: Marco Cascella gioca con gli strumenti dell'arte restituendoci la proiezione di quel suo modo interiore apparentemente proiettato nel futuro, main realtà orientato a scoprire un passato remoto addensato di onirici ricordi.
Paolo Chiodoni propone rarefatti paesaggi realizzati con la tecnica dell'affresco su tela e successivamente rifiniti con tempera all'uovo. Una figurazione che tende all'astrazione partendo da figure e colori elementari: colline, cieli, orizzonti, verdi, marroni, azzurri.
Se il colore è luce, i paesaggi di Massimo Romani ne sono dominati. La monoscomia espande i suoi valori facendoci entrare in un mondo dove luce e ombra si sommano e si sottraggono. I chiari e gli scuri di Romaji sono definiti dalla materia che, straordinariamente, si plasma e scivola in minuziosi rivoli sotto l'effetto di questa ambigua e doppia operazione sottrattiva e additiva.
Rosso è il colore che Grazia Simenone utilizza nella sua più recente produzione. Un rosso che esprime la forza vitale e passionale dell'artista, che carica le superfici di significati misteriosi, che ci ricorda ambienti orientaleggianti dove si incontrano anima e materia, quasi a sottolineare un processo alchemico dal quale ci si aspetta esplosive risposte sulle enigmatiche fenditure della vita.
Tabernavoli impudicamente spalancati sulla memoria della propria e dell'altrui storia. Reperti e tracce di antichi eventi o personaggi affiorano attraverso la policroma miscela costituente l'ancestrale cornice dei nostri sogni. I tabernacoli si trasformano in finestre delle quali eruttano prepotenti messaggi di un'entropia generata dal profondo dell'anima. Marina Tappa con le sue opere si espone ai nostri occhi senza pudici veli, ma contemporaneamente ci costringe ad accettare il terribile gioco del guardarsi dentro.
Donatella Depaoli
La Villa San Francesco che ha ospitato la mostra
L' Associazione Borgo Arte promuove l'arte visiva operando direttamente con gli artisti o le fondazioni che li rappresentano. Dal 2002 sono state realizzate circa 170 mostre presso la sede in corso Mazzini 51 o in altre sedi come la Fondazione Marazza e altre.
Esposizione
1996
Trino Vercellese
Inaugurazione Il Prisma & Apertura natalizia
15 dicembre 2019 - 21 dicembre 2019
Borgomanero, via Caneto 1b
Covate d'artista
2004
Iniziativa della Provincia de Verbano Cusio Ossola a sostegno dell'associazione "Accogliamo un orfanotrofio nel Vco".
"L'uovo d'autore rappresenta il principio e la bussola di questo cammino"
Il piacere della bellezza
29 settembre 2007
Mostra su Bernardino del Boca e i suoi allievi.
Villaggio verde
Zona S. Germano - Cavallirio (NO)
Apertura della mostra con la conferenza di Marina Tappa "Bernardino Del Boca e l'arte oggettiva".
"La Bellezza dà il giusto ambiente per il sorgere dell'intuizione...
Se noi seguiamo queste allora per la prima volta comprnderemo ceramente ogni ramo della vita"
Bernardino Del Boca
Questa terza mostra dedicata a Bernardino Del Boca e allestita da Borgo Arte al Villaggio Verde di Cavallirio in occasione della festa annuale, è dedicata alle opere a collage. Oltre ai quadri di Del Boca sono presenti anche i lavori dei suoi "allievi" che hanno appreso da lui questa particolare tecnica elaborata durante gli anni trascorsi a Singapore in qualità di Console.
Già i surrealisti avevano individuato il valore del collage come stimolo all'arte dell'inconscio, del gioco educativo, del non sense più o meno apparente o dissacratorio, dell'accostamento simbolico, e non va dimenticato che Del Boca partecipò nel '67 a Milano alla "Mostra storica del surrealismo italiano" all'Istituto Europeo di Storia d'Arte.
Più di altre tecniche pittoriche, il collage - così come viene concepito da Del Boca e dai suoi allievi, strumento di creatività spontanea ed eclettica - esclude ogni forma di progettualità razionale per basarsi soprattutto sulla "serendipità" del ritrovamento e della scelta del materiale cartaceo da utilizzare.
Del Boca crea quadri dal contenuto simbolico, di denuncia, con fini didascalici o di testimone del momento: composizioni spesso caratterizzate da grafismi d'oro o d'argento e da sapienti pennellate di colore che ne amplificano la connotazione evocativa. Alcuni oggetti creati negli anni '50 con ritagli di quotidiani, con le scritte a mano, con gli inserti d'oro tra le innumerevoli etichette sembrano precorrere tanti filoni di arte concettuale, poesia visiva o arte povera che in seguito avrebbero rappresentato le correnti più alla moda di quel mondo dell'arte a cui lui fu insofferente.
Gli allievi ne hanno apreso la tecnica, esprimendo ognuno la propria sensibilità, in maniera assolutamente libera da ogni insegnamento cattedratico.
Maurizio Bertoncelli costruisce mondi paralleli a più dimensioni, quasi rappresentaioni di un inconscio collettivo, colto nel continuo infinito-presente e metafora degli universi interiori dell'uomo.
Rarefatte e gentili, le opere di Silvana Casati, attratta dalla natura floreale, esprimono la raffinatezza in rari tocchi decorativi.
Carlo Re - oggi affermato pittore in ambito nazionale, che negli anni '80 espose con Del Boca in una mostra a Belgirate - ha più di ogni altro espresso l'aspetto visionario presente nelle opere del maestro.
Dotata di una grande capacità di sintesi nella scelta delle immagini-icona che "giocano" con lo sfondo, Valeria Sguazzini crea degli haiku visivi di gusto tutto moderno.
Talvolta barocchi e decadenti, i racconti evocativi di Marina Tappa diventano trame di un "eterno feminino" che oscilla tra l'unirico e il fiabesco.
"Molti non ammirano lo splendore di un brillante esposto in una vetrina di gioielliere, tanto non potranno mai acquistarlo! Ignorano che il godimento estetico è gratuito, è creativo, aggiunge bellezza alla bellezza".
B. Del Boca, La casa del tramonto, 1982, pag. 43
Godiamoci dunque questo piacere, consapevoli dei rimandi sempre positivi creati dalla bellezza.
Armonie di carta
Dal 17 marzo al 23 marzo 2013
Mostra di collages di Marina Tappa
Palazzo Tornielli
Borgomanero
Fra le iniziative culturali programmate per il "marzo in rosa" del 2013 c'è la mostra collages di MArina Tappa, un'artista conosciuta a Borgomanero più per l'attività di insegnante svolta all'Istituto "Gobetti" che per la sua produzione creativa, che pure è iniziata all'età di vent'anni su suggerimento dell'esoterista-artista Bernardino Del Boca che le ha trasmesso questa particolare tecnica. Da allora la Tappa ha continuato a lavorare, esponendo raramente, ma comunque diffondendo le sue opere anche grazie alla promotrice Nadia Ardemagni di Canelli.
Ha scritto di lei Lorella Giudici in occasione della mostra "Sui binari dell afantasia" allestita da BorgoArte a "La piccola" di Legro: "La memoria di Marina confina con il misticismo, con l'alchimia; che si alimenta di sogni (che a yratti diventano persino incubi), di ricordi affastellati senza ordine e senza regole, di ritagli sconnessi quasi surreali, il tutto stipato in quello scrigno che è ìopera d'arte". (2003).
E così Paolo Chiodoni: "I suoi lavori appaiono familiari e al contempo misteriosi, in un'ambiguità ch eesprime un'atmosfera decadente, quasi l'artista voglia recuperare frammenti di uno splendore passato". (2003)
Attraverso la tecnica del collage, Marina Tappa realizza quadri, oggetti e mobili dove le figure provenienti dall'arte, accostate a quelle di elementi natrali e a immagini della realtà quotidiana, tessono un racconto evocativo che oscilla tra l'onirico e il fiabesco. Due estremi che creano corrispondenti filoni tematici: uno più giocoso, che recupera la leggerezza di un mondo puro e infantile, e l'altro in cui l'artista si espone senza veli, spingendo il fuitore ad accettare un differente tipo di gioco, quello più faticoso del guardarsi dentro. Il recupero di figure archetipe, come quelle della giovane donna spesso dai capelli rosa, riesce talvolta a fondere i due differenti temi in un unico contesto con la visione di un mondo "altro" che, sì, ci appartiene, per quanto la percezione che abbiamo di lui sia avvertita solo in rari e "magici" momenti.